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Miracoli Scolastici: la moltiplicazione dei pani, dei pesci e…dei voti

di Maria Antonietta Bruno – Insegnante

“La scuola italiana negli ultimi decenni ha fatto più miracoli di Gesù Cristo!”

E giù risate a non finire da parte dei miei studenti.  Si stava parlando di compagni, di classe e non, che inspiegabilmente (per loro, anime pure!) riescono puntualmente ad essere ammessi all’anno successivo, pur avendo accumulato tante assenze e altrettante insufficienze.

Così ho spiegato loro come funziona durante gli scrutini.  Lo spiego anche a voi.

Dopo aver inserito la media dei voti nel registro elettronico, il Consiglio di Classe (CDC) si ritrova nel luogo stabilito, all’ora stabilita…e lì comincia la moltiplicazione, a buon mercato, dei pani e dei pesci: “Quel 7 non è bello in una pagella dove ci sono tutti 8! Dai, alziamo quel voto!” E prima ancora che il docente coinvolto abbia il tempo di intervenire ecco che il CDC ha già alzato il primo voto.

“Questa ragazza è brava, le mancano un po’ di voti per passare alla banda successiva…i crediti…gli esami…un potenziale 100. Ok, io passo il mio 8 a 9! Anch’io passo da 8 a 9! Io da 9 a 10!” E così via in una bolgia infernale in cui tutti danno i numeri e il docente verbalizzante si ritrova con gli occhi a girella sul PC per riportare ciò che pensa di aver sentito.

Finché qualcuno interviene (si spera!): “Colleghi, ma vi rendete conto che stiamo modificando completamente la valutazione di questa ragazza!? Se lo facciamo con lei lo dobbiamo fare per tutti gli altri, con buona pace di tutto un lavoro fatto nell’arco di un anno e i ragazzi non si sapranno spiegare perché non si ritrovano con i voti che pensavano di avere. Allora l’anno prossimo è inutile venire a scuola: facciamo direttamente gli scrutini con i voti che pensiamo di mettere e buona notte al secchio!”

Così, nel migliore dei casi, qualcuno ritorna sui propri passi e la moltiplicazione dei pani e dei pesci (l’innalzamento a casaccio dei voti!) viene ulteriormente modificata. In molti altri casi invece (la maggior parte in realtà) il miracolo dell’innalzamento dei voti è cosa fatta!

Altra scena da delirio nel caso in cui ci sia un docente che ha portato un voto negativo contro tutti gli altri positivi.

“Prof. ma come è possibile che solo nella sua disciplina l’alunno abbia un’insufficienza e in tutte le altre va bene? Capisce che non è spiegabile il suo 4 rispetto agli 8-9-10-11-12…? Su prof., non possiamo dare un solo debito a questo alunno, lo passi a 6 e non se ne parla più! Il CDC è d’accordo?”

“Sììììììììììììììììììì!!!!!”

A rincarare la dose interviene la prof.ssa d’inglese e dice con tono pacato, oserei dire fatato: “Voglio solo informare il CDC che l’ultima interrogazione d’inglese è stata sorprendente, ha fatto dei collegamenti con Gesù, Giuseppe, Maria, il bue, l’asinello e, parlando con la mamma (onnipresente!), ho saputo che ha studiato proprio tanto (se lo dice lei…).”

Ecco quindi che il prof. sotto accusa si sente talmente insignificante, accerchiato da tanta grazia e professionalità da decidere “liberamente” di passare quel 4 (che era in realtà un 3) a 6. Poi scoprirà dalla prof.ssa di italiano che l’alunno scriveva nei compiti di italiano la parola “hobbys” e non “hobbies” dopo 4 anni di liceo linguistico (!) e le interrogazioni venivano fatte con il quaderno e il libro aperto, perché “bisogna valutare le competenze non il nozionismo”!

Che grazia…che professionalità! Eccovi servito il miracolo del debito scomparso.

Non va meglio per chi presenta un alunno con varie insufficienze.

Prendiamo l’esempio di un ragazzo portato agli scrutini con tre insufficienze gravi e due lievi, su 9/10 discipline in tutto. In teoria l’alunno dovrebbe essere fermato, ma non sia mai che un alunno con una certa sensibilità, certi problemi, un certo passato o presente o magari futuro, che non ha il padre, la madre, lo zio, la zia, il gatto e il cane o semplicemente che non ha studiato MAI, possa ripetere l’anno! Ne va dell’onore del docente, del CDC, della scuola tal dei tali, del dirigente, di Gesù, Giuseppe, Maria, del bue, dell’asinello…e anche della stella cometa!

Pronti, partenza, via con il miracolo dei miracoli!

Il Ds: “allora…i 5 passano a 6!”

“Ma preside, veramente erano dei 4 in origine.”

“Ok, ma se voi docenti venite con i 5 agli scrutini, non pretenderete certo di rimandare?! I genitori ci fanno ricorso! Volete venire qui in estate?”

Per quanto riguarda le tre insufficienze gravi: “Professori, non penserete certo che l’alunno possa recuperare tre discipline in una sola estate?! Sceglietene una da abbonare e poi gli diamo solo due discipline da recuperare a settembre.”

Detto, fatto! E a settembre, anche di fronte a due verifiche consegnate in bianco, il CDC potrebbe votare per la promozione (succede nella maggior parte dei casi!).

Questo è il miracolo dei miracoli!

L’alunno in questione arriverà così, in men che non si dica, agli Esami di Stato e tuttavia, al momento fatidico dell’ammissione, il CDC si chiederà con grande meraviglioso fatalismo: “Ma come è possibile che questo ragazzo sia arrivato al quinto anno?!”

I miracoli però non si possono fermare, hanno un’aura di magia che va oltre le volontà umane e quindi l’alunno, protetto da poteri umani e sovrumani, si ritrova con un diploma in tasca e andrà per il mondo a riprodurre lo stesso modello operativo in tante altre circostanze, per sé e per gli altri (ha imparato che bisogna essere altruisti proprio sui banchi di scuola!).

Vi prego, non venite a citarmi Don Milani con “Lettera ad una professoressa” per giustificare e spiegare la promozione di tutti gli studenti, perché solo chi non ha letto le pagine di questo testo può sostenere una tesi così mistificante. La scuola di Don Milani funzionava perché si rivolgeva ai poveri, a coloro che, per la loro condizione sociale, erano destinati a rimanere analfabeti, a coloro che speravano di migliorare la propria vita attraverso lo studio e dovevano essere giudicati da un gruppo sociale (gli insegnanti di allora) che, consapevoli o meno, rappresentavano la visione borghese dominante.

Oggi quegli equilibri sociali sono profondamente cambiati. Definire noi insegnanti borghesi è un’offesa per tutti; per noi che, dopo tanto studio, siamo trattati da verbalizzanti da strapazzo e per quelli che borghesi lo sono davvero e ci guardano dal basso al basso (non è un refuso!), perché con il nostro stipendio abbiamo spesso difficoltà a permetterci le vacanze ad agosto, unico periodo in cui possiamo prenderci le ferie.

Oggi spesso siamo di fronte ad un’orda di studenti e ancor più spesso di genitori che appartengono, loro sì, alla borghesia più cafona e ignorante che questo povero paese chiamato Italia abbia mai prodotto, che semplicemente pretendono la promozione con tutti i mezzi, consapevoli delle regole scolastiche ormai in atto, dei voti di maggioranza nel CDC, delle ingerenze dei DS che quasi mai darebbero torto ai propri “clienti”.

Non venite a dirmi che Don Milani si riferiva a questa categoria di persone; non mi dite che queste persone si possono paragonare ai ragazzi che frequentavano la scuola di Barbiana, con la curiosità divorante di chi voleva avere un posto dignitoso nella società, di chi giustamente voleva gridare agli insegnanti di allora: “Ci sono anch’io, ho diritto anch’io ad un’istruzione, sebbene in casa mia non ci sono libri e i miei genitori non hanno potuto studiare!”

Molti DS utilizzano a sproposito l’opera di Don Milani, che è stato molto di più che l’autore del testo citato, per dire agli insegnanti: “Promuovete, come diceva Don Milani!”

Mi piace citare quel documento storico, di circa 4000 anni fa, dello scriba egiziano Kheti che dice al proprio figlio di imparare a scrivere (ricordo la difficoltà dei geroglifici egizi che avevano più di settecento simboli), perché solo nella scrittura avrebbe trovato la libertà: “Voglio farti amare la scrittura più di tua madrevoglio che questo idea le entri in te. […] non esist emestiere in cui non si ricevano ordini, tranne quello di scriba. Lo scriba è colui che comanda. Se conosci I libri, ti andrà tutto bene.”

Oggi invece molti credono nella libertà personale nella misura in cui possono mettere un “like” su una qualsiasi immagine di un qualsiasi social e questo basta loro evidentemente per sentirsi già arrivati, già completi, già titolati.

Non vorrà mica mettersi la scuola a rompere questo idillio culturale con lo studio, i compiti e quant’altro?

Io intanto cerco di farmi bastare quel “sacro poco”, come diceva Pasolini, che coincide con questa sconsolante consapevolezza, sperando che qualcuno comunque si salvi da questo baratro verso il quale sta scivolando la scuola.

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