Festa del Cece Nero e del Vino Primitivo. La qualità premia
di Francesco Lenoci
Neanche il freddo graffiante di questo primo assaggio di inverno è riuscito a fermare i cultori della buona gastronomia locale e del buon vino primitivo. I temerari che hanno sfidato le temperature hanno potuto godere di una festa “a misura di centro storico”, dove l’enogastronomia l’ha fatta da padrone.
La Festa del Vino Primitivo e del Cece Nero è diventata uno dei tanti appuntamenti fissi che la Pro Loco “Curtomartino” offre ogni anno alla nostra comunità. Un evento che quest’anno è stato caratterizzato dalla volontà di innalzare il livello della proposta, in particolare per quel che riguarda i vini.
La collaborazione con il Consorzio di Tutela dei vini DOC di Gioia del Colle e con l’AIS Puglia – Delegazione di Bari ha permesso di offrire al pubblico un prodotto di eccellenza, rinomato in tutto il mondo, e soprattutto di poterlo presentare nel miglior modo possibile, esaltandone le caratteristiche e spiegandone a fondo le peculiarità. Ben 24 le etichette presenti. Molto spesso, però, non viene riconosciuto il giusto valore ai nostri prodotti locali; vengono snobbati a favore di nomi più blasonati o addirittura sottovalutati. Giusto, quindi, riconoscere e comunicare il valore aggiunto di quello che la nostra terra ci offre ogni giorno.
Stesso ragionamento per la proposta gastronomica. Il Cece Nero della Murgia Carsica è un prodotto unico nel suo genere e si sta cercando in tutti i modi di non perdere quelle lavorazioni legate alla sua produzione e quindi alla nostra storia. Poterlo gustare caldo, cucinato a zuppa, è stata una gioia per le papille gustative. E poi con i cavatelli, cardoncelli e pomodorino, fatto a crema e spalmato in un panino.. una goduria.
Tanta anche la musica che ha allietato e riscaldato la serata. A partire dall’energia contagiosa dei Lumied, passando per la voce delicata di Chiara Ceo, accompagnata dalla maestria alla chitarra di e Marco Giuliani e alla freschezza musicale di Vienna, giovane emergente di Acquaviva.
Alessandro Macchia, Presidente della Pro Loco: “È stata sicuramente una festa che ha visto l’unione di intenti di realtà legate al territorio. Pro Loco, Consorzio, AIS e cantine hanno lavorato all’unisono e unite in un unico obiettivo. È stato un connubio che ha dato una certa impronta alla manifestazione. La Festa è un evento che di sicuro sarà concepito come un evento di due giorni, per allargare la maglia dell’utenza e poter accogliere un pubblico diverso, dando così la possibilità a tutti di partecipare. Vogliamo dar vita a un evento più strutturato e organizzato rispetto a quello attuale e siamo già al lavoro per renderlo tale nel 2025. Sono molto contento del gruppo di giovani ragazzi che si sono nuovamente affacciati dopo la Festa della Cipolla Rossa. Questo significa che tra i giovani ragazzi c’è un grande interesse nelle manifestazioni di piazza e nel mettere in gioco le proprie competenze e professionalità che ci porta ad allargare gli orizzonti della Pro Loco. Vorrei lanciare un invito per il 2025, ai tanti giovani interessati alla vita associativa, alla valorizzazione del territorio e alle tante attività che svolgiamo quotidianamente, a venirci a trovare in sede e scoprire cosa la Pro Loco può offrire loro.”
Chiudiamo con delle piccole riflessioni.. e con una provocazione.
Cosa manca ad Acquaviva, oggi, per poter competere con eventi gastronomici che riempiono i paesi limitrofi durante questo periodo dell’anno? Cosa spinge le persone a inondare Noci e Conversano, per dirne due, andando incontro all’impossibilità certa addirittura di riuscire a muoversi liberamente?
Di certo, nessuno si augura di arrivare a tanto, perché l’eccesso non è mai sinonimo di qualità di una serata, ma perché – e qui arriviamo alla provocazione – non si riesce ad inondare Acquaviva nemmeno di Acquavivesi?
Francesco Lenoci






