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“Salviamo i Classici”, luce per l’uomo in un’epoca oscura

PRESENTAZIONE ALLA CITTADINANZA ACQUAVIVESE DELL’ULTIMA OPERA DI FRANCESCO COLAFEMMINA.

di Marina Nobile

I valori della cultura classica, universali ed eterni, la rendono unica rispetto alle altre.

È questo il primum movens alla base delle riflessioni che Francesco Colafemmina, grecista e filelleno acquavivese, fa nel suo ultimo libro “Salviamo i classici –la cultura greca e romana: luce per l’uomo in un’epoca oscura”.

L’opera è stata presentata alla cittadinanza il 20 giugno alle ore 19.00, presso l’atrio di Palazzo De Mari. Insieme all’autore sono intervenuti Mariagrazia Barbieri, assessore alla cultura del Comune di Acquaviva delle Fonti, Francesca Pietroforte, consigliere della Città Metropolitana di Bari con delega alla cultura e Luciano Aprile, docente di filosofia.

Un libro che, come Francesca Pietroforte premette, “rispecchia la personalità dell’autore”.

L’opera mette a confronto la cultura greca e romana con quella che contraddistingue il nostro tempo, convenendo ad un’inevitabile “contrapposizione tra aspetto valoriale qualitativo” (caratteristico del mondo classico) e aspetto valoriale “quantitativo” (tipico del mondo moderno).

Nel mondo classico l’uomo sapeva di terra e, al contempo, di divino poiché era un unicum con la natura e con gli dèi. Come l’autore stesso dice, nel mondo classico l’uomo, “guardando verso l’alto, trovava la sua dimensione”, perché “la cultura classica è sì contadina ma anche profondamente intrisa di spiritualità”. Questa inscindibile dicotomia sembra sia stata abbandonata dall’uomo contemporaneo che non usa più neanche la parola “anima”, relegandola esclusivamente al contesto religioso. Al contrario è la “scienza” ad aver guadagnato terreno e ad aver illuso l’uomo di poter essere “misura di tutte le cose”, rendendolo dimentico “di quella verticalità che i classici ci insegnano”.

I relatori si sono inoltre confrontati con l’autore, su un altro prodotto della nostra “epoca oscura”, ovvero un relativismo che ci rende faziosi censori, nel cieco rispetto di un politically correct che alla fine ci rende paradossalmente estremamente intolleranti e chiusi.

Il timore di offendere delle minoranze o la paura degli inevitabili attacchi sui social da parte di chi non condivide una nostra opinione divergente, ci stanno fortemente condizionando, portandoci a modificare, cancellare, riscrivere nell’ottica di una cancel culture che potrebbe essere paragonata ad una tirannide moderna.

Ecco la necessità di salvare i classici, nei cui valori fondanti possiamo non solo recuperare l’essenza della natura umana, ma soprattutto riconoscere “germi di verità che ci indirizzano verso quella, seppur fragile, felicità che gli antichi cercavano”.

Marina Nobile

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