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“Come un pomo uccise Achille”

Progetto: “RipartiAMO da NOI”. Avviso: Futura. La Puglia per la parità.

Grande attesa per il ritorno in Puglia di Giada Trebeschi e Giorgio Rizzo. Dopo il successo dello scorso febbraio a Gravina, il duetto artistico torna in Puglia, questa volta nel teatro di Acquaviva delle Fonti con il nuovo spettacolo “Come un pomo uccise Achille”. Per la seconda volta, i due artisti saranno ospiti dell’Aps Philìa che in collaborazione con il Comune di Acquaviva delle Fonti Assessorato alla cultura, continua il suo percorso sulla parità di genere e pari opportunità nell’ambito del progetto “RipartiAMO da NOI” dell’avviso: Futura. La Puglia per la parità di genere del Consiglio Regionale della Puglia. L’appuntamento è per il prossimo 28 aprile (sipario ore 20,30) presso il teatro “Luciani” di Acquaviva. Trebeschi e Rizzo tornano in Puglia con lo spettacolo “Come un pomo uccise Achille” con la regia di Giorgio Rizzo e la consulenza storica di Giada Trebeschi perché lo spettacolo che andrà in scena ad Acquaviva è un viaggio fantastico tra mitologia greca e tempi moderni. La scena si svolge al termine di un matrimonio. Non si tratta di un matrimonio “umano” poiché le nozze in questione sono quelle di Teti e Peleo e, fra gli ospiti, vi sono pure la musa dell’epica Calliope e il suo amante mortale Esiodo con il quale sta lavorando alla Teogonia, testo fondamentale per conoscere e capire la genealogia divina. Rientrando dal rocambolesco matrimonio i due si trovano a commentare e spettegolare su invitati, cerimonia e su ciò che è successo quando è arrivato il pomo della discordia in una esilarante satira che non solo racconta la mitologia classica ma che si prende gioco dei molti clichés tipici delle feste nuziali. Cosa c’entra Achille in tutto questo? I due sposi sono i suoi genitori e considerando quello che deriverà dal cosiddetto giudizio di Paride, Achille c’entra moltissimo e i due protagonisti di questa mitologica commedia non mancheranno di raccontarlo. Uno spettacolo ironico nato dalla volontà di raccontare in una forma nuova, agile e divertente, non solo le peculiarità caratterizzanti alcune delle divinità classiche fondamentali ma anche di far comprendere l’importanza degli archetipi psico antropologici e letterari che incarnano e che ancora oggi sono parte fondamentale della nostra lingua e della nostra cultura.

L’appuntamento è per venerdì 28 aprile presso il teatro “Luciani” in Acquaviva delle Fonti

Giada Trebeschi, storica, autrice e ricercatrice.

Ha due lauree e un dottorato in Storia del Mezzogiorno. È stata per dieci anni Cultore della Materia in Storia Moderna e Contemporanea all’università G. D’Annunzio di Pescara e Chieti. Collabora come invited lecturer con diverse università (Pescara, Catania, Urbino, Liverpool e altre). Ha studiato in Archivio Segreto Vaticano. Ha pubblicato diversi articoli e saggi scientifici in riviste specializzate. È inserita nell’anagrafe degli storici per la Storia Moderna.

Parla cinque lingue ed è interprete simultaneo per alcuni noti autori internazionali come Tim Willocks, Petros Markaris, K&K, Wulf Dorn, Clemens Mayer, Alex Connor, Daniel Cole e altri. È anche traduttore letterario e ha curato la nuova traduzione italiana di Canto di Natale di Ch. Dickens. Ha scritto diverse opere teatrali rappresentate in varie tournée italiane. È autore associato S.I.A.E per il teatro.

In ambito cinematografico ha collaborato con i noti direttori di doppiaggio Claudio e Liliana Sorrentino dedicandosi principalmente ai testi e alle traduzioni ma anche prestando la voce in piccole parti. Traduce sceneggiature per grandi nomi del panorama cinematografico italiano come Gabriele Salvatores.

Ha ideato e realizzato La rubrica delle parole desuete che ha avuto un grande successo sui social media raggiungendo su Facebook quasi 180.000 followers e può vantare un milione di visualizzazioni al mese.

Insieme a Giorgio Rizzo ha scritto e portato in scena gli spettacoli Sulla pelle del diavolo, Eros e Thanatos e Lo spettacolo delle desuete, il programma on line Il peso delle parole e la webserie e il Podcast Sapevatelo in cui raccontano ironicamente l’origine dei modi di dire, dei proverbi, curiosità storiche e molto altro. Hanno realizzato i cortometraggi Mia e Ancora un caffè vincitori di molti premi nazionali e internazionali.

Unendo l’esperienza teatrale a quella letteraria spesso presenta i propri lavori con l’ausilio di spettacoli teatrali e teatral-musicali sia in teatri, piazze, festival letterari, scuole anche in locations inaspettate come, per esempio, il castello di Sperlinga, il porto di Tignale, fra le botti di cantine vitivinicole o ai piedi di ulivi centenari.

Giorgio Rizzo, percussionista etnico, regista e scrittore nasce, musicalmente, nel 1994 collaborando con vari gruppi dell’hinterland siciliano. Partecipa tra il 95/96 al Roxy Bar di Red Ronnie, Arezzo wave con gli Isola, vincendo il primo premio. Nello stesso periodo collabora con la compagnia Graham, esperienza che lo porterà allo IALS di Roma, dove diventerà il percussionista della scuola danzatori collaborando con vari ballerini e compagnie di fama internazionale come Pina Bausch, Momix, Caterina Genta e altri.

Intraprende gli studi presso l’accademia di percussioni Timba di Roma, studiando con Roberto Evangelisti. Nel 1997 partecipa alla manifestazione Intollerance con diversi danzatori insieme a Carl Potter noto percussionista di fama internazionale, con cui approfondirà la tecnica delle congas.

Parte in tour con Franco Califano con il quale registrerà gli ultimi 4 album. Collabora con Gabriella Ferri, partecipando alle trasmissioni come Taratatà e Teatro 18 con Serena Dandini, Mollica, Maurizio Costanzo. Partecipa al disco di Nino D’Angelo Senza giacca e cravatta e Marì, seguendo il tour promozionale in tutte le emittenti televisive nazionali. Collabora con Roberto Angelini nel 1998/99.

Diventa il percussionista della band Rumba de Mar di Alberto Laurenti, facendo varie apparizioni televisive, Buona Domenica, Maurizio Costanzo Show, Domenica in, I Fatti Vostri. Lavora con la stessa Band al Billionaire a Porto Cervo, noto locale di Flavio Briatore.

Approfondisce la tecnica di percussioni arabe e flauto ney con i percussionisti Hossaine Ramzy e Abudha Abdllah, Misirly Ahmet. Gli studi musicali lo portano ad avvicinarsi al mondo medio orientale, dove studia il flauto arabo (ney), entra nella band dove incide il disco Sin frontiera che verrà venduto in varie parti del mondo e selezionato anche in molteplici compilation di musica lounge, tra cui la celebre Buddha Bar e Nirvana Lounge, Arabica, e Chakra Lounge.

È l’unico percussionista etnico italiano chiamato dal Giffoni Film Festival per una giornata seminariale sulla trasformazione etno-antropologica della musica. Ha partecipato insieme a 100 antropologi che lo hanno intervistato su molti aspetti e per i quali ha fornito spiegazioni ritmiche pratiche e teoriche.

Nel settembre 2004 lascia la formazione di Laurenti, per tornare in Sicilia e mettere a frutto le numerose esperienze raccolte. Forma un trio di musica elettro araba Triatriba, che riscuote immediati consensi, portando avanti progetti di musica inedita e strumentale, dalle molteplici influenze proprio come le sue esperienze. Nel 2005 partecipa al progetto Orchestra do Meditterrao per conto del SESC di Sau Paolo in Brasile, rappresentando l’Italia in un’orchestra di musica medio orientale formata da 25 musicisti provenienti da tutto il mondo mediterraneo.

Fonda il trio di musica medio-orientale Aptal con il quale tra l’altro crea per MotoMimetico una rivisitazione del Bolero di Ravel e nel 2010 realizza la colonna sonora del film Meridiano Perduto di Claudio Fausti prodotto da Majazé. Fonda il movimento didattico musicale Dum Tak Power un progetto didattico, per lo studio della darbuka, e i ritmi arabi, aperto a professionisti e non, dal quale forma un ensemble di percussioni e danza Power ensemble composto da 8 percussionisti 8 musicisti e danzatrici.

Ha inventato il metodo Drum Pencil largamente utilizzato nel sociale specialmente contro la dispersione scolastica, il recupero di soggetti problematici o con difficoltà sociali; il metodo prevede lo studio e l’apprendimento della musica e dei principi ritmici senza l’ausilio di strumenti a percussione canonici. È un esperto del metodo Ubreu.

Collabora e con Francesca Incudine con la quale registra i dischi Ietta Vuci e Tarakè, vincitrice del premio Tenco 2018. Official Ambassador della WAMBOOKA, strumento a percussione, presentato al Nann di Londra e a Los Angeles, attualmente in distribuzione internazionale.

Va in tour in Malesia, Cairo, Belgio con il gruppo svedese Tarabband. Con Moni Ovadia e Mario Incudine partecipa alle tragedie greche con Le supplici al teatro greco di Siracusa e con Federico Tiezzi a Ifigenia in Aulide. Attualmente è coinvolto in differenti progetti.

La lunga esperienza sui palchi di tutto il mondo e la spiccata sensibilità artistica lo hanno impegnato e lo impegnano anche come attore e autore in diversi allestimenti.

Regista dello spettacolo Sisigamici regina di Persia scritta da F. Zarzana.

Sceneggiatore e regista dello spettacolo Le storie degli altri di Carmelo Abbate.

È producer per il progetto musicale FO un progetto che parte dalle tradizioni musicali siciliane e che unisce i cunti e la danza del bastone siciliano, con la musica tradizionale in un respiro World music.

Insieme a Giada Trebeschi ha scritto e portato in scena gli spettacoli Sulla pelle del diavolo, Eros e Thanatos e Lo spettacolo delle desuete, il programma on line Il peso delle parole e la webserie e il Podcast Sapevatelo in cui raccontano ironicamente l’origine dei modi di dire, dei proverbi, curiosità storiche e molto altro. Hanno realizzato i cortometraggi Mia e Ancora un caffè vincitori di molti premi nazionali e internazionali.

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