Mostra itinerante “Com’eri vestita?”
Ospitata nel Salone delle Feste di Palazzo De Mari ad Acquaviva delle Fonti: sarà visitabile fino al 14 marzo
di Isabella Giorgio
E’ stata inaugurata mercoledì 8 marzo presso il Salone delle Feste di Palazzo De Mari ad Acquaviva delle Fonti, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, la mostra itinerante contro gli steriotipi che colpevolizzano le donne vittime di violenza sessuale “Com’eri vestita?”
L’evento ha riscosso grande interesse e partecipazione di pubblico. Intervenuti per l’occasione il Sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Francesco Ruggero Carlucci, l’Assessore alle Politiche Sociali, Pasquale Cotrufo, l’Assessora alla Cultura, Caterina Grilli, la Presidente del Consiglio – Delegata alle Politiche di genere, Francesca Pietroforte e Avvocata del Centro Antiviolenza Li.A. dell’Ambito di Grumo Appula, Maria Antonietta Menchise.
La mostra/installazione denuncia, che invitiamo a visitare per la grande valenza e impatto emotivo, rientra tra le attività di sensibilizzazione del Centro Antiviolenza Li.A. dell’Ambito di Grumo Appula promosse all’interno del programma antiviolenza Electra3 finanziato dalla Regione Puglia, in collaborazione con l’Ambito Territoriale di Grumo Appula e il Comune di Acquaviva delle Fonti – ricordiamo che sarà aperta al pubblico fino al 14 marzo, è a ingresso libero e visitabile nei seguenti orari: dalle h. 10 alle h. 12.30; dalle h. 17.00 alle h. 19.30. Apprendiamo che sarà possibile organizzare incontri con gruppi classe delle scuole superiori, prenotando la visita al +39 3296658408.
L’allestimento esposto raccoglie alcune storie di donne violentate e ne mostra gli abiti che indossavano in quel momento, non quelli veri, ma degli indumenti che ne sono una rappresentazione verosimile. La mostra non è solo denuncia ma al tempo stesso catarsi: ciascun abito che compone la mostra è il frutto del lavoro di donne “liberate” dalla spirale della violenza, coinvolte dell’azione “Women Friendly” del Centro Antiviolenza Rompiamo il Silenzio, che mira a costruire percorsi personalizzati, flessibili e integrati di inclusione.
‘Nel percorso espositivo sono presenti una tuta da ginnastica, un tubino nero attillato. Ma anche il grembiule per le pulizie o il pigiama, i jeans con il maglione a collo alto, un vestito a fiori’. “Com’eri vestita” smuove coscienze e rompe antichi e perduranti pregiudizi che rendono la donna dapprima vittima, ingabbiata nelle accuse che le vengono rivolte all’indomani della violenza subita.
ISABELLA GIORGIO