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Maria SS. di Costantinopoli: Il Corteo Storico

A colloquio con Daniela Capozzo del Comitato Feste Patronali

di Isabella Giorgio

Foto: Alessandro Abrusci

Da non perdere questa sera, domenica 3 settembre 2023 alle ore 20:00 la tradizionale rievocazione storica dell’ingresso dell’icona della Madonna nella Città di Acquaviva delle Fonti.

“LA VOCE DEL PAESE” ha incontrato nei giorni scorsi Daniela Capozzo del Comitato Feste Patronali. Le abbiamo chiesto di rivelarci qualche dettaglio e curiosità sul Corteo Storico 2023, un appuntamento tanto atteso dai nostri concittadini e dai tanti forestieri che per l’occasione vengono in città.

“Il corteo storico di Acquaviva conta quest’anno – precisa Daniela Capozzo- più di 300 figuranti.

Non abbiamo un’associazione con figuranti stabili, come accade nei cortei degli altri paesi. Ci tengo a sottolineare una cosa importante, ogni anno noi possiamo realizzare il corteo solo grazie ai volontari acquavivesi che si offrono come figuranti. A partire da giugno il Comitato consegna i vestiti finché non si esauriscono, in genere fino agli ultimi giorni e ci vengono riconsegnati entro fine ottobre. Gli abiti sono custoditi da noi, sono tutti del Comitato Feste Patronali.

Nei quattro giorni di festa è la manifestazione più partecipata perché coinvolge realmente gli acquavivesi, parliamo di figuranti di tutte le età, dai 5-6 anni a persone adulte e anziani, abbiamo un ruolo per tutti”.

Entriamo nel detteglio…

“Il corteo è ambientato nel 1529 è un misto tra storia realmente documentata e leggenda.

Rievoca, non a caso si chiama rievocazione storica, l’ingresso ad Acquaviva dell’icona della Madonna di Costantinopoli conservato giù in cripta, fulcro della nostra devozione.

Secondo la leggenda l’icona mariana, giunta da Costantinopoli via mare, venne rinvenuta da due acquavivesi recatisi a Bari e fu portata in paese su di un carro trainato da due buoi, poi accolta dai marchesi di Acquaviva.

Il corteo – precisa Daniela Capozzo- partirà da Palazzo De Mari (p. zza Maria SS. di Costantinopoli) da qui si muove il gruppo dei cortigiani (bambini, paggi, guardie) i Signori di Acquaviva (famiglia Calvo) e le famiglie notabili e nobili acquavivesi (gli Amapani, Coriolano, i baroni Molignani) magistrati e dottori di corte molto devoti alla Protettrice.

Da via Bari arriva il carro con l’icona della Beata Vergine trainato da buoi e accompagnato da coloni e popolani.

All’incrocio tra via Bari e piazza Garibaldi, punto che ricorda le porte d’ ingresso nel borgo antico della città, il Marchese e la sua sposa accolgono e rendono omaggio alla Vergine quindi formano un unico corteo che compiendo il giro della città invita tutti i cittadini a renderle omaggio.

Giunti in piazza dei Martini dinanzi la Cattedrale il Marchese volendo sottolineare la devozione in onore della Madonna concede la festa di corte con esibizione degli sbandieratori”.

In definitiva ricostruite tutto quello che era realmente il tessuto cittadino nel 1529, facendo copiere a chi verrà stasera ad Acquaviva delle Fonti un vero e proprio viaggio nel tempo…

“Noi lo raccontiamo proprio così soprattutto ai bambini …come un viaggio nel tempo.

Nel Comitato Feste Patronali, come già detto nella precedente intervista al vice Presidente Angelo Lovecchio, (per saperne di più: https://acquaviva.lavocedelpaese.info/index.php/2023/08/20/festeggiamenti-in-onore-maria-ss-di-costantinopoli/ ) siamo tutti volontari.

Tantissimi ci chiedono quando ci vedono in questo periodo particolarmente stanchi: ‘Ma chi ve lo fa fare? Gli acquavivesi non lo meritano!’ A me preme sottolineare due cose: magari gli acquavivesi non lo meritano, noi la festa la facciamo per la Madonna. La nostra è una devozione alla Madonna. La seconda spinta, che forse è mia personale, riguarda i bambini: al corteo come in nessun altro momento della festa, riusciamo a lasciare il nostro semino nei più piccoli che è sia di devozione che di tradizione. Credo che attraverso le giovani generazioni la nostra tradizione non finirà mai, questa è l’unica speranza che abbiamo”.

Il corteo storico è un collante, accresce insomma il senso di identità e appartenenza ad una stessa comunità che forse negli ultimi tempi sembra un po’ svanito…

“A mio avviso è anche un’occasione per spiegare la devozione per la nostra Madonna di Costantinopoli, i bambini non hanno altre occasioni. La Festa Patronale è forse il momento che riesce maggiormente ad avvicinarli.

Quando vengono al Comitato per iscriversi come figuranti insieme ad altri due o tre amichetti, le mamme ci chiedono: ‘possono stare stare tutti insieme?’, non sempre riusciamo ad accontentarli perché abbiamo dei vestiti, possiamo giusto fare qualche modifica, accorciarlo un po’, o stringere, ripeto è il vestito che sceglie il figurante e non vice versa. Quando salgono, al piano superiore della Torre dell’Orologio, non scendono più senza vestito. Ci capita spesso che i bambini, invece, ci dicano: ‘Non fa niente, voglio partecipare comunque’. Una volta che hanno provato l’abito entrano nel personaggio e ci chiedono: ‘cosa sono io?’ e di là parte la spiegazione di quello che era il tessuto dell’epoca.

Quando facciamo le prove spieghiamo ai figuranti che non c’era lo smalto, gli occhiali, o le infradito, c’è chi pensa di doversi truccare, e io dico loro: ‘All’epoca non avevano inventato il trucco, le dame mettevano la farina per schiarire il colorito o per l’acconciatura qualcuna mi dica: ‘voglio fare le trecce e la coda alta’. Io rispondo loro dicendo che solo le donne sposate potevano raccogliere i capelli era un segno distintivo, possiamo fare le trecce ma lasciarli sciolti, così come non puoi metterti i bracciali. All’epoca i gioielli erano solo di perle. Ci teniamo alla rievocazione storica.

Da molti anni la seconda domenica di luglio siamo invitati al Raduno di tutti i corti storici che si tiene a Mola di Bari. Riceviamo tanti complimenti, forse gli acquavivesi non lo sanno, il corteo storico di Acquaviva delle Fonti è uno dei più belli e numerosi, conta più figuranti di tutti i paesi vicini ed è quello più fedele alla storia.

Nei paesi vicini il corteo è quasi sempre medievale, il nostro è rinascimentale. Anche quando chiamiamo gli sbandieratori o timpanisti facciamo anche una ricerca chiediamo che questi gruppi debbano avere un abbigliamento rinascimentale. Ci teniamo.

Spesso ci chiedono: ‘Perché il carro non è trainato da cavalli?’ Prima era tirato da cavalli, si è vero, noi da fonti storiche abbiamo trovato che i carri usati da mercanti per lunghi tratti era fatto da buoi perché più resistenti a portare pesi. Il cavallo era usato per le carrozze, a scopo militare e nei lavori dei campi. Anche a chi va su a cavallo e giù come Comitato Feste imponiamo l’abbigliamento. Siamo soliti metterne di meno rispetto ai paesi limitrofi (10-15 massimo) perché i cavalli nel nostro Corteo non hanno un ruolo principale. La nostra non è una cavalcata come a Santeramo in Colle per Sant’Erasmo”.

Un’ultima precisazione…

“Il Marchese duca D’Atri aveva una devozione particolare per la Madonna di Costantinipoli, quello che rievochiamo all’incrocio di via Bari è proprio questo. La famiglia nobile va all’ingresso del paese (incrocio di via Mons. Laera) prima di piazza Garibaldi e rendere omaggio all’icona. Fa l’inchino e poi parte il corteo per le vie della città fino ad arrivare in piazza dei Martiri per la festa di corte davanti la Cattedrale in cui si custodisce l’icona della Madonna. Ci teniamo affiché i figuranti si fermino in piazza dei Martiri. Altra cosa da mettere in evidenza è la diffenza di età tra il Marchese e sua quarta moglie Isabella Spinelli molto giovane. Manteniamo nella rievocazione questa diffenza di età, quest’anno la figurante ha soli 17 anni”.

Ad arricchire il corteo avremo inoltre quest’anno la presenza di diverse associazioni: ‘Timpanisti Fajanensis’ di Fasano (Br), Gruppo Sbandieratori e Musici Città di Oria (Br), Studio Danza Classica e Moderna, figuranti dell’Associazione ‘Rosa di Jericho’ di Mola di Bari, figuranti di San Nicola di Bari. Trucco e acconciature a cura di Harmonie e Le Scapigliate”.

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