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Un’eccellenza acquavivese: Alessandra Operamolla

Il giorno 4 aprile 2023, presso il Salone delle Feste di Acquaviva delle Fonti, si è tenuta la presentazione della scoperta di tecniche di laboratorio e vari studi chimici, una creazione che mette insieme il mondo scientifico, ecologico e culturale. Sono intervenuti Davide Carlucci, Sindaco di Acquaviva, Francesca Pietroforte, Presidente del Consiglio Comunale di Acquaviva, Alessandra Operamolla, Professoressa Associata di Chimica Organica presso l’Università di Pisa, Vito Albino, Presidente ARTI Puglia (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione),

“Abbiamo pensato di invitare Alessandra, – Davide Carlucci -, perché riteniamo di poter cercare in maniera corretta un dialogo con figure denominate “Cervelli in Fuga”, lei da studiosa e scienziata opera fuori dal nostro territorio ma in stretta connessione, in effetti, tra i partner vi è l’Università di Bari, un aspetto interessante, per il quale è presente anche il Prof. Vito Albino del Politecnico di Bari. Coloro che lavorano nel campo della scienza al di fuori del nostro territorio tornino a dialogare e far conoscere la propria materia con lo scopo di poter stimolare molteplici aziende ad interessarsi per le innovazioni scientifiche come quelle di Alessandra. Il nostro obiettivo è far sì che non sia presente una fuga senza ritorno, perciò definisco la nostra origine con la denominazione “Generazione Anfibia”, indicato a coloro che riescono a stare in due territori ma nello stesso tempo poter dialogare con il proprio territorio”.

“Oggi è una giornata importante, vedere la sala gremita è abbastanza piacevole, – Francesca Pietroforte -, ho conosciuto Alessandra mediante i disegni di sua sorella Arianna che rappresentava un’illustrazione di Alessandra con una molecola collegata con la sua mansione che svolge e che ci rende orgogliosi di essere suoi concittadini, un vero e proprio talento della nostra città anche in un settore in ambito scientifico ancora poco percorso dalle donne, i dati ci sottolineano che la metà delle donne si laureano in materie scientifiche, un divario che va colmato nelle materie cosiddette STEM, materie scientifiche, tecnologiche, matematiche, quindi i vari esempi di Alessandra possono essere uno stimolo per quelle donne che si avviano a studiare, auguro i migliori complimenti e ringraziamenti per il lavoro compiuto con tanto impegno e dedizione”.

“Ringrazio a tutti coloro che sono presenti, vorrei parlarvi della mia ricerca spiegando che sin dagli anni ’50-’60 durante il boom delle plastiche siamo stati abituati che la plastica sia il materiale migliore da poter conservare le cose, – Alessandra Operamolla -, oggi, si parla di microplastiche rendendoci conto che la plastica non sia tanto eccellente, quando produciamo plastica spendiamo energia e produciamo anidride carbonica, ci sono tantissimi esempi di materiali stabili come la creatina per i capelli, il legno. Successivamente mi sono interessata alla carta, perché dovevo partecipare ad un concorso della Regione Puglia chiamato “ Future of Research” dove bisognava scrivere un progetto, perciò decisi di studiare una materia vegetale con il nome di Biomassa, ossia, tutto ciò che è costituito dagli esseri viventi, nella parete di queste cellule è presente la cellulosa insieme alla lignina che è la matrice che mette insieme tutto quanto”.

“Nel 1976 quando è iniziato il primo anno di corso di ingegneria meccanica, – Vito Albino -, il mio professore disse che doveva trattare la chimica inorganica, occuparsi di acciaio, ceramica, plastica e altre chimiche molto più complesse e così iniziò tutto. Affrontiamo una disciplina complessa, viene coniugato il tema dell’economia circolare, una forma primitiva, perché dietro queste applicazioni vi sono tante penitenze, stiamo cercando di poter valorizzare un oggetto dal valore di pochi centesimi ad unità di centinaia, questo è un tema centrale, perché pensiamo che il nostro mondo si stia dematerializzando, nel 1900 si usavano 800kg di materiale all’anno, oggi ne consumiamo 3,200, il nostro compito è di poter sviluppare nuove aree adibite allo spreco con un nuovo futuro, la ricerca è molto importante soprattutto in ambito scientifico, perché ci permette di poter compiere studi innovativi e fondamentali per gli esseri viventi e per tutto ciò che ci circonda”.

ANTONIO SABINI

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